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18 Gennaio 2005 - Nevicata dallo stile "alpino" 

 
- SECONDA PARTE -      
 Precipitazioni in arrivo: rilevamento radar  
 
Il radar meteorologico è uno strumento molto efficace per monitorare in tempo quasi reale lo sviluppo e lo spostamento delle precipitazioni in corso. Anche in questa occasione chi si è collegato alla pagina radar di MeteoLecco ha potuto monitorare l'intensificarsi della nevicata e, soprattutto, ha potuto seguire con attenzione la formazione della linea di instabilità che in serata ha aumentato decisamente l'intensità delle precipitazioni.
I primi fiocchi, misti a pioggia ghiacciata, sono cominciati a cadere nel pomeriggio, quando il richiamo meridionale d'aria caldo-umida ha iniziato a produrre i suoi effetti. La nevicata è andata via via intensificandosi nelle ore successive, anche se è rimasta a carattere debole o moderato, con fiocchi piccoli e radi. Non si è quasi mai saliti sopra l'intensità massima di 1 mm/h; verso sera la situazione è invece cambiata improvvisamente.
Intorno alle ore 17, alcuni nuclei precipitativi di una certa consistenza hanno cominciato a "sfondare" dal versante oltralpe francese e svizzero, organizzandosi in una linea di instabilità (dai connotati quasi temporaleschi) che si è mossa verso Est-
Animazione radar dalle ore 17:30 alle ore 19 locali

Animazione radar dalle ore 17:30 alle ore 19:00 locali: scansioni effettuate ad intervalli di 30 minuti. L'intensità delle precipitazioni è espressa dalla scala colori. Fonte: MeteoSwiss
SudEst. Le scansioni radar di quel momento decisivo sono riportate a lato (è stato scelto il radar Svizzero per poter avere una visuale più ampia del fenomeno).
Si vede bene come la Lombardia sia inizialmente interessata da nevicate poco consistenti. Ma ecco la svolta: l'avvezione d'aria fredda in quota e il conseguente cedimento dei geo- potenziali innesca fenomeni di divergenza alla destra dell'asse di saccatura. I moti ascendenti aumentano quindi la loro intensità e di conseguenza si osserva un rapido aumento delle precipitazioni, ben evidenziato dal radar.
Discreti nuclei precipitativi irrompono dapprima nel Piemonte e poi nella Lombardia, sulla quale, intorno alle ore 20, si dirige rapidamente una breve ma intensa nevicata.
 
 La situazione vista dal satellite  
 
A differenza di quanto accade per lo sviluppo dei temporali, in queste occasioni le immagini riprese dai satelliti non ci forniscono spunti particolarmente interessanti sotto il profilo dell''analisi locale dell'evento. Rimane tuttavia molto importante seguire costantemente la "moviola" satellitare per poter monitorare con precisione la direzione globale delle correnti in gioco, ma soprattutto la formazione nonché la traiettoria dei minimi pressori.
Prima di analizzare nei dettagli l'evoluzione della perturbazione che ha portato la neve sulla nostra Provincia, proponiamo una meravigliosa ripresa satellitare del "cuscino di nebbia" che si è formato sulla Pianura Padana nei giorni precedenti al 18 gennaio. Si tratta di una foto scattata dal satellite polare Terra/MODIS il giorno 16 poco prima di mezzogiorno:

Ripresa satellitare Terra/MODIS del giorno 16 gennaio ore 10:20 UTC
Ripresa satellitare Terra/MODIS del giorno 16 gennaio ore 10:20 UTC: la catena alpina in tutto il suo splendore circonda la Pianura Padana immersa nella nebbia; solo su parte delle pianure venete splende il Sole, grazie alle correnti da Nord-Est che lambiscono i margini orientali della nostra Penisola. La città di Lecco è stata evidenziata con un pallino rosso. Fonte: MODIS Rapid Response System

E' proprio grazie a quel ristagno d'aria molto fredda nei bassi strati che, due giorni dopo, si potrà assistere alla caduta dei fiocchi sino a quote pianeggianti.
Passiamo ora all'analisi della perturbazione che ha interessato le nostre regioni nella giornata di martedì 18 gennaio. Quella che segue è una foto scattata da un satellite polare NOAA alle ore 17:17 locali:

 
Ripresa satellitare NOAA delle ore 17:17 locali del giorno 18 gennaio
Ripresa satellitare NOAA delle ore 17:17 locali del giorno 18 gennaio: si notano i corpi nuvolosi ammassati sul versante estero delle Alpi, con buona parte del Piemonte ancora sgombro dalle nubi, nonostante il richiamo dai quadranti meridionali stia progressivamente aumentando grazie al minimo orografico in formazione al largo della Costa Azzurra. Fonte: Wokingham Weather
 
 


Si distinguono chiaramente due grandi bande nuvolose, divise da un'area di cielo più limpido: quella sulla sinistra è la parte più attiva della perturbazione, delimitata dal fronte freddo; quella che copre buona parte dell'Italia centro-settentrionale è frutto invece del classico richiamo d'aria umida che si genera sul lato destro della saccatura.
Osserviamo i corpi nuvolosi in discesa sulla Francia meridionale, sospinti contro la catena alpina dalle forti correnti Nord-occidentali. Dovendo "aggirare" l'ostacolo orografico, una parte di essi scorre a Nord delle Alpi, mentre una seconda parte raggiunge il Mediterraneo attraverso la Valle del Rodano.
Trattandosi di aria artica di estrazione marittima, tipicamente molto fredda negli strati superiori ma relativamente mite ai livelli prossimi al suolo, risulta spesso più incisivo e immediato l'effetto instabilizzante di quella porzione d'aria fredda ed instabile che riesce a valicare le Alpi. Ecco il motivo per cui, quando l'Italia viene raggiunta da un sistema perturbato disposto in questo modo, capita che la nostra Provincia riceva dapprima deboli o moderate precipitazioni, per poi osservare un improvviso incremento delle stesse in un secondo momento. Se, come accaduto in questo episodio, il sistema trasla troppo rapidamente verso levante, le precipitazioni vanno rapidamente esaurendosi. Diversamente, l'eventuale persistenza di un minimo depressionario nei pressi del Golfo Ligure (favorita ad esempio da un'area di alta pressione sui Balcani) può di conseguenza prolungare il maltempo.

 
 I parametri registrati dalla nostra stazione meteo  
 

La stazione meteo di MeteoLecco, situata in zona Lecco centro, ci ha permesso di tenere sotto controllo l'evolversi della situazione, forse ancora più interessante nel periodo che ha preceduto l'arrivo della neve.
Il giorno 17 gennaio 2005, infatti, ha fatto registrare una temperatura media giornaliera di -0.2°C con massima di soli 0.9°C! Si tratta di valori notevolmente bassi per Lecco, città notoriamente "calda" rispetto alla media delle altre province lombarde, in quanto mitigata dalle onnipresenti brezze montane e lacustri che contrastano la formazione delle nebbie e "spezzano" le inversioni termiche al suolo. Mai come in questa occasione si è potuta apprezzare l'enorme influenza che questa continua ventilazione possiede sul clima lecchese: sono bastate 48 ore di nebbia persistente ed assenza di brezze per abbassare la temperatura fin quasi a mantenerla sotto lo zero per tutta la giornata!
Il grafico che segue riporta l'andamento termico registrato dal 15 al 19 gennaio:

Grafico riportante l'andamento della temperatura dell'aria registrata a Lecco centro da sabato 15 a mercoledì 19 gennaio 2005
Grafico riportante l'andamento della temperatura dell'aria registrata a Lecco centro da sabato 15 a mercoledì 19 gennaio 2005: freddo abbastanza marcato nei giorni 16 e 17, in conseguenza alla formazione delle nebbie che hanno preceduto la nevicata cominciata nel pomeriggio del 18. Notare le due "impennate" termiche che precedono e seguono l'evento nevoso, entrambe dovute all'ingresso del vento da Nord che nel primo caso ha bruscamente "spezzato" l'inversione termica nei bassi strati.

Il dato più evidente è il consistente calo della temperatura media, intervenuto intorno al giorno 16, in seguito alla formazione di uno strato di nebbia alta (la visibilità al suolo è rimasta accettabile) che non si è dissolta nemmeno nelle ore centrali diurne.
Un altro dato molto interessante riguarda senza dubbio i valori termici che si sono raggiunti e mantenuti durante la fase più intensa delle precipitazioni: l'aria si è portata ad una temperatura sotto lo zero, permettendo ai fiocchi di neve di rimanere assolutamente asciutti e di aderire con facilità anche sulle superfici più calde (tipicamente l'asfalto e le pareti esterne degli edifici). Anche questo è un fenomeno abbastanza raro per Lecco, abituata ad assistere a nevicate "bagnate" o miste a pioggia che spesso non riescono ad accumulare quasi nulla se non nei quartieri più alti della città.

L'accumulo totale è stato di 6.9 mm, corrispondenti a circa 7 cm di neve al suolo. Una nota doverosa sulle precipitazioni: il pluviometro in dotazione con la nostra stazione meteo non è provvisto di sistema di riscaldamento; questo ha comportato che non venisse registrata alcuna precipitazione se non soltanto dopo che la neve depositata nel raccoglitore ha cominciato a sciogliersi (dopo qualche ora).
Per lo stesso motivo non è stato possibile monitorare l'intensità della nevicata, se non manualmente tramite periodiche misurazioni dello strato di neve accumulato al suolo, nonché con una semplice valutazione visiva della dimensione e del numero dei fiocchi.

Passiamo ora all'analisi dei venti registrati prima, durante e dopo l'evento. Dopo una assenza pressoché totale di ventilazione durata circa 48 ore (qualche debole refolo da SSE), intorno alle ore 6 del mattino del 18 gennaio è iniziato a spirare vento moderato da Nord, che in configurazioni come questa e in accordo col microclima locale, tipicamente precede l'arrivo delle precipitazioni.
Di solito accade che il momento in cui hanno inizio le precipitazioni coincida con il calo improvviso del vento da Nord, sostituito da una debole brezza da Sud-SudEst; così è stato anche in questa occasione. I fiocchi sono caduti quasi in assenza di vento: solo qualche lieve refolo ha perturbato ogni tanto l'atmosfera silenziosa e surreale che ha accolto la nevicata. Gli accumuli sono pertanto risultati uniformi quasi ovunque.
A precipitazioni terminate si è potuto assistere ad un fenomeno particolarmente coreografico: alle ore 23:55 circa, in coda al transito della linea di instabilità che ha attraversato la Lombardia da Ovest ad Est, si è improvvisamente alzato un forte vento da Nord con raffiche fino a 43 Km/h. I fiocchi appena caduti sugli alberi e sui tetti, in parte sollevati con forza dal vento, hanno regalato qualche minuto di spettacolare bufera, trasformando per un attimo la nostra città lacustre in uno scenario d'alta montagna!

Chi ha tenuto d'occhio il barometro, avrà potuto notare come l'approssimarsi della perturbazione verso le nostre regioni sia stato segnalato da un costante calo della pressione: dai 1032 hPa registrati la sera del 16 gennaio si è scesi sino ad un minimo di 999 hPa, valore toccato in concomitanza al passaggio del fronte.
Il calo pressorio è risultato ancora più evidente a causa dell'elevato valore di partenza: il dominio anticiclonico dei giorni precedenti aveva infatti portato a toccare valori quasi record per le nostre regioni. Il giorno 7 gennaio si è raggiunto il ragguardevole valore di 1037.8 hPa, che è anche la massima pressione registrata da quando è attiva la nostra stazione meteo.
 
...continua nella TERZA PARTE >>>


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