|  |  | 
         
          |  |   
          |  | 
               
                | 
                     
                      |  
                          Didattica: i principali parametri 
                            meteorologici   |   
                      |  | 
 - SECONDA PARTE -       |  
                     
                      | Pressione 
                        atmosferica |   
                      |  |  L'atmosfera che 
                          circonda la Terra è composta da una miscela di 
                          gas (in prevalenza azoto e ossigeno) chiamata comunemente 
                          "aria". Sebbene sia trascurabile rispetto 
                          a quello di altre sostanze, anche l'aria ha un proprio 
                          peso: potrebbe sembrare incredibile, ma un metro cubo 
                          d'aria, in condizioni standard di pressione e temperatura, 
                          pesa quasi 1.3 Kg!!!La colonna d'aria che sovrasta la superficie 
                          terrestre, concentrata per la maggior parte 
                          nella troposfera (i primi 15 Km), esercita 
                          quindi, col suo peso, una pressione che viene 
                          chiamata appunto "pressione atmosferica". 
                          L'unità di misura più utilizzata dai meteorologi 
                          per esprimerne il valore è l'ettopascal (hPa), 
                          o, equivalentemente, il millibar (mb).
 Poiché la pressione atmosferica diminuisce con 
                          l'aumentare della quota altimetrica, i valori 
                          pressori assoluti, registrati dalle varie stazioni 
                          meteorologiche, vengono per convenzione rapportati 
                          al livello del mare. In sostanza accade che, 
                          per poter confrontare tra loro i dati rilevati da stazioni 
                          poste a diverse altezze, ci si preoccupa di fornire 
                          un valore che sia INDIPENDENTE dalla quota alla quale 
                          si è effettuata la misura.
 Il valor medio della pressione atmosferica al livello 
                          del mare è di 1013.25 hPa: le perturbazioni presenti 
                          nell'atmosfera spostano masse d'aria di diversa natura 
                          (fredde e secche, calde ed umide, etc.), provocando 
                          un'oscillazione di questo valore dell'ordine delle decine 
                          di hPa.
 Attraverso l'analisi della variazione della pressione 
                          nel tempo (tendenza barometrica)  possiamo ricavare 
                          indicazioni  significative  circa l'evoluzione 
                          delle
 
                           
                            | 
                                 
                                  |  |   
                                  | Nelle 
                                      carte meteo, l'andamento della pressione 
                                      atmosferica al suolo è descritto 
                                      dalle isobare (le curve blu nella mappa 
                                      qui sopra). |  |  |  condizioni atmosferiche, 
                                come ad esempio l'arrivo di una perturbazione, 
                                il passaggio di un fronte o l'ingresso d'aria 
                                fredda. Anche se NON VALE COME REGOLA ASSOLUTA, 
                                si può ragionevolmente sostenere che un 
                                progressivo e costante aumento di pressione è 
                                indice di un probabile ristabilimento del tempo, 
                                mentre un crollo improvviso annuncia solitamente 
                                l'arrivo del "brutto tempo". 
                                La misura del valore di pressione atmosferica 
                                viene effettuata mediante uno strumento chiamato 
                                "barometro": la nostra stazione 
                                meteo  impiega un trasduttore di pressione 
                                elettronico.  |  |   
                      | Vento: 
                        intensità e direzione |   
                      |  |  
                          Con il termine "vento" s'intende genericamente 
                            lo spostamento di una massa d'aria. 
                            Tale moto può essere causato da diversi fattori: 
                            in generale, le masse d'aria tendono a migrare verso 
                            zone con pressione atmosferica inferiore. 
                            La velocità di spostamento sarà tanto 
                            più elevata quanto più rapida sarà 
                            la variazione di pressione in gioco, che in linguaggio 
                            tecnico viene chiamata "gradiente barico".La conformazione del territorio, nonché la 
                            sua posizione geografica, influiscono tantissimo sulla 
                            natura e sull'intensità dei venti che possono 
                            originarsi in un determinato luogo: nell'area "Didattica" 
                            di MeteoLecco inseriremo presto una sezione che tratta 
                            in dettaglio i venti 
                            della provincia lecchese.
 A differenza degli altri parametri meteorologici, 
                            per descrivere completamente uno spostamento d'aria 
                            è necessario specificarne due valori: l'intensità 
                            (ossia la velocità) e la direzione. 
                            Spesso inoltre, per meglio definire la natura del 
                            fenomeno, si preferisce riportare sia la velocità 
                            media (calcolata in genere negli ultimi 5 o 10 minuti) 
                            che la velocità massima delle raffiche. Sebbene 
                            sia ancora uso comune (specialmente in campo aeronautico) 
                            esprimere la velocità del vento esclusivamente 
                            in nodi (un nodo = 1.852 Km/h), talvolta viene affiancato 
                            il corrispondente valore in m/s o anche in Km/h, unità 
                            di misura più facilmente leggibili e ponderabili.
 Talvolta capita di fare confusione sulla direzione 
                            del vento: è bene chiarire che, per convenzione, 
                            la direzione riportata da qualsiasi bollettino meteo 
                            è SEMPRE QUELLA DI PROVENIENZA; 
                            venti settentrionali, ad esempio, sono correnti che 
                            spirano DA NORD VERSO SUD.
 |   
                      |  
                          
                             
                              | Per 
                                  definire la direzione con una maggiore precisione 
                                  si impiegano i 360 gradi dell'angolo giro, come 
                                  indicato nella nota "rosa dei venti": 
                                  0° corrisponde al Nord, e, procedendo in 
                                  senso orario, Est=90°, Sud=180° e Ovest=270°.Lo strumento atto alla rilevazione della velocità 
                                  del vento è l'anemometro: quello impiegato 
                                  dalla nostra stazione 
                                  meteo è un modello a coppe. La massa 
                                  d'aria in movimento ruota la banderuola in modo 
                                  che essa punti verso la sua direzione di provenienza; 
                                  la pressione esercitata sulle coppe provoca 
                                  invece la rotazione delle stesse con una velocità 
                                  angolare che risulta proporzionale alla velocità 
                                  del flusso d'aria incidente.
 |  
 
                                   
                                    | L'anemometro 
                                        a coppe della nostra stazione meteo Davis 
                                        Vantage Pro.
 |  |  |   
                      | Wind 
                        Chill (indice di raffreddamento) |   
                      |  |  Nella prima parte 
                          di questa sezione didattica relativa ai parametri meteorologici 
                          è stato descritto il significato dell'indice 
                          di calore (Heat Index), sottolineando come si tratti 
                          di un parametro "fittizio", introdotto per 
                          fornire un indicazione sul grado di disagio fisiologico 
                          generato sul nostro organismo dal caldo afoso, tipico 
                          dei mesi estivi.Il "Wind Chill" è un parametro concettualmente 
                          simile, utile però nel periodo invernale: esso 
                          quantifica sostanzialmente la sensazione di 
                          "freddo" percepita dal nostro corpo a causa 
                          dell'esposizione al vento. Una massa d'aria 
                          (con temperatura inferiore rispetto a quella corporea) 
                          che investe la pelle nuda, determina infatti una perdita 
                          di calore per evaporazione che è tanto maggiore 
                          quanto più è elevata la velocità 
                          del flusso d'aria stesso. Ciò comporta 
                          che il nostro corpo percepisca una temperatura apparentemente 
                          inferiore a quella effettivamente presente.
 Trattandosi pertanto di un valore termico, anche se 
                          apparente, il Wind Chill viene espresso in gradi centigradi: 
                          talvolta, per precisarne il significato, tale indice 
                          viene anche chiamato "indice di raffreddamento". 
                          Come per l'Heat Index, anche il Wind Chill è 
                          calcolato mediante un'equazione empirica: nella formula 
                          si tiene conto della temperatura dell’aria e della 
                          velocità del vento.
 La tabella riportata qui sotto riassume gli effetti 
                          sull’organismo umano in funzione ad ogni classe 
                          dell’indice:
 |  
                      | 
                           
                            | CLASSI DI WIND CHILL | EFFETTI SULL'ORGANISMO 
                                UMANO  |   
                            | > +10°C | nessun disagio particolare
 |   
                            |  | disagio 
                                lieve 
 |   
                            | da -1°Ca -10°C
 | disagio moderato
 |   
                            | da -10°Ca -18°C
 
 | forte disagio: marcata sensazione 
                                di gelo
 |   
                            | da -18°Ca -29°C
 | Possibile congelamento in 
                                seguitoad esposizione prolungata
 
 |   
                            | da -29°Ca -50°C
 | Congelamento in seguitoad esposizione prolungata
 
 |   
                            | < -50°C | Rapido congelamento per esposizionisuperiori a 30 secondi
 
 |  |   
                      | Precipitazioni: 
                        intensità e accumulo |   
                      |  |  
                          Le precipitazioni atmosferiche sono senza dubbio 
                            uno dei fattori climatici di maggior importanza: il 
                            territorio, la flora e la fauna sono profondamente 
                            condizionati dalla quantità e dall'intensità 
                            delle piogge. Il dott. William Lau, capo coordinatore 
                            del Laboratorio Nasa per lo studio dell’atmosfera, 
                            ha recentemente dichiarato che "i cicli dei monsoni 
                            influenzano la vita quotidiana del 60% della popolazione 
                            mondiale". Le precipitazioni traggono origine dai fenomeni 
                            di condensazione dell’umidità atmosferica 
                            sotto forma di particelle d'acqua liquide o solide. 
                            La pioggia, la grandine e la neve sono dette "idrometeore 
                            di precipitazione".
 Per descrivere opportunamente un evento precipitativo 
                            si utilizzano solitamente due parametri: l'intensità 
                            e la quantità accumulata. Per quanto riguarda 
                            quest'ultima, l'unità di misura adottata dai 
                            meteorologi è il millimetro, 
                            che equivale ad un litro d'acqua per metro 
                            quadrato di superficie. Per la neve e per 
                            la grandine è possibile esprimere una misura 
                            empirica in centimetri accumulati, anche se è 
                            preferibile fornire sempre il corrispondente valore 
                            in millimetri d'acqua equivalenti (un cm di neve fresca 
                            corrisponde all'incirca ad un mm d'acqua). L'intensità 
                            della precipitazione si esprime di conseguenza in 
                            millimetri orari (mm/h): spesso si distingue tra l'intensità 
                            media, ovvero i millimetri totali diviso la durata 
                            del fenomeno, e l'intensità massima raggiunta 
                            nel corso dell'evento.
 Lo strumento impiegato per compiere tali misure è 
                            il pluviometro: la sua versione 
                            più semplice consiste in un cilindro graduato. 
                            La nostra stazione 
                            meteo
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                                      pluviometro a bascula della nostra stazione 
                                      meteo: nella foto è stata separata 
                                      la parte inferiore per mostrarne il funzionamento.
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                                è provvista invece di un pluviometro digitale 
                                "a bascula", con risoluzione di 0.25 
                                mm: la misurazione avviene in sostanza registrando 
                                gli scatti del bilancino sul quale "gocciola" 
                                l'acqua che defluisce dal raccoglitore.Per dare un'idea delle grandezze 
                                in gioco, diciamo che, nelle 
                                nostre zone, una tipica perturbazione autunnale 
                                della durata di due o tre giorni apporta in media 
                                dai 20 ai 50 mm d'acqua totali. Con un'intensità 
                                tra 2 e 6 mm/h si ha pioggia moderata, mentre 
                                durante un violento temporale si possono anche 
                                superare i 100 mm/h, con accumuli di parecchi 
                                millimetri in pochi minuti.
 La piovosità media annua della provincia 
                                lecchese varia da un minimo di 1100 mm per la 
                                bassa Brianza, fino ad un massimo di oltre 1800mm 
                                per alcune zone della Valsassina.
 La media per la città di Lecco è 
                                di circa 1400 mm annui.
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